La vitamina D fa bene al cuore

24 settembre 2019

“Otto persone su dieci in Italia sono carenti di vitamina D”.

Sembrerebbe un dato irrilevante. Eppure si tratta di una sostanza molto importante per il nostro organismo: aiuta a tutelare la salute del nostro cuore.

La conferma è arrivata di recente da uno studio condotto dai ricercatori dell’American College of Cardiology e presentato in occasione del 65esimo Congresso Scientifico annuale di Chicago.

Durante lo studio è stato dimostrato che nei pazienti con un cuore più debole, affetti da insufficienza cardiaca o da scompenso cardiaco, la vitamina D è fondamentale per migliorare la funzione dell’apparato cardio circolatorio.
Sono stati presi in esame soggetti con problematiche coronariche che per un anno hanno assunto vitamina D. A

l termine dello studio, il loro cuore è risultato più forte, con una capacità di pompare sangue aumentata tra il 20% e il 30%.

Questo vuol dire che la vitamina D, non è soltanto utile ad aumentare il livello di calcio nei tessuti ossei e prevenire l’insorgenza di patologie come l’osteoporosi, ma è importante per tenere la pressione sanguigna a valori normali e quindi limitare le conseguenze dovute a patologie dell’apparato cardiovascolare.

I soggetti più esposti a complicazioni sono anziani e pazienti colpiti da infarto. In questi casi i processi di ricostituzione dei tessuti sono più lenti e la vitamina D è indicata proprio per favorire al contrario il ripristino dei tessuti delle pareti cardiache e in generale ridurre le infiammazioni. 

Per saperne di più riguardo tutti i benefici della vitamina D segui il link.


Come si può quindi evitare la carenza di vitamina D?

La prima fonte di assunzione della vitamina D è il sole, è infatti detta anche “vitamina del sole”, in quanto viene sintetizzata e assorbita dall'organismo in seguito all'esposizione della pelle ai raggi solari.

La seconda è il cibo. Ma non sono molti gli alimenti che contengono questo nutriente ed inoltre risultano comunque non sufficienti a soddisfare il fabbisogno giornaliero, soprattutto durante l’ inverno.

Abbiamo parlato delle conseguenze sul nostro cuore quando si è carenti di vitamina D, ma vogliamo chiarirvi anche i sintomi di una situazione contraria.

Ovviamente raggiungere la tossicità è estremamente raro e lo stile di vita è fondamentale. Ciò che bisogna chiarire è che, come in ogni ambito dela vita, bisogna evitare l‘abuso.

Infatti livelli troppo elevati, pare aumentino di ben due volte e mezzo il rischio di ammalarsi di fibrillazione atriale, la forma più comune di aritmia cardiaca.

La fibrillazione atriale è un ritmo atriale rapido ed irregolare.

 

Lo dimostra uno studio statunitense dell'Intermountain Medical Center nello Utah che è stato presentato all'ultimo congresso dell'American Heart Association in Florida.

I ricercatori guidati dall'aritmologo Thomas J. Bunch hanno preso in considerazione un campione di oltre 132 mila persone, con un'età media di 52 anni, che non avevano mai sofferto di fibrillazione atriale e che nella loro routine clinica si erano già sottoposti a un esame del sangue per determinare i livelli di vitamina D circolante.

A seconda dei valori riscontrati, i pazienti sono stati divisi in cinque gruppi:

  1. vitamina D bassa (meno di 20 nanogrammi per decilitro);
  2. da bassa a normale (tra i 21 e i 40 nanogrammi per decilitro);
  3. normale (41-80 ng/dl);
  4. da normale ad alta (81-100 ng/dl);
  5. troppo elevata (oltre 100 ng/dl).

 

Dopo aver monitorato le loro condizioni di salute per quasi due anni, i ricercatori hanno osservato che coloro che presentavano livelli eccessivi di vitamina D avevano un rischio di incorrere nella fibrillazione atriale che era ben due volte e mezzo superiore rispetto a chi aveva livelli nella norma. Le persone che ne erano invece carenti correvano lo stesso rischio, anche se dovevano fare i conti con altri problemi di salute come lo scompenso cardiaco, la pressione alta e il diabete.

 

I risultati dello studio fanno dunque pensare che l’argomento vitamina D è di indubbia serietà.

Per questo da anni Blue Sun porta avanti questa battaglia facendo informazione e ponendo l’accento sull’importanza della vitamina del sole.

E ricordiamo, la prossima volta che facciamo le analisi, di mettere la spunta anche sulla vitamina D.

 

 

 

A cura di Giulia Di Francesco 

www.corriere.it 

www.cardiochirurgia.com

anmar-italia.it

 

 

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